Julian Assange hero

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    "Ecate, figlia mia..."

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    Sono troppo impegnati a piangere Notre Dame...
     
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    50 settimane di reclusione: è la sentenza emessa oggi da un giudice britannico del tribunale londinese di Southwark contro Julian Assange, per una violazione dei termini della libertà provvisoria risalente al 2012

    Assange, condanna a Londra per violazione cauzione
    A quasi un anno. Da domani partita vera su estradizione Usa
    (fonte: Ansa)

    Testo completo 01 maggio 2019
    13:52


    50 settimane di reclusione: è la sentenza emessa oggi da un giudice britannico del tribunale londinese di Southwark contro Julian Assange, per una violazione dei termini della libertà provvisoria risalente al 2012, l'anno in cui il fondatore di Wikileaks si rifugiò nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è stato arrestato il mese scorso. Domani è attesa invece la prima udienza nel tribunale di Westminster sulla questione che conta davvero: la richiesta di estradizione degli Usa per presunta 'pirateria informatica'.

    La procedura sull'estradizione potrebbe trascinarsi per molti mesi fra sentenze di vario grado, ricorsi e parere finale del governo britannico. Assange è inseguito da anni da Washington come una sorta di 'nemico numero uno' a causa della diffusione da parte di Wikileaks fin dal 2010 d'imbarazzanti documenti riservati carpiti in particolare al Pentagono dall'ex militare Chelsea Manning e contenenti fra l'altro prove di crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq o in Afghanistan. L'attivista australiano è stato peraltro ricercato in passato anche dalla magistratura svedese per un controverso caso di presunti abusi sessuali denunciato da due sue conoscenti: caso nel frattempo chiuso dalla procura di Stoccolma e che resta per ora archiviato malgrado le voci di una ipotetica riapertura seguite all'arresto dello stesso Assange dopo la revoca dell'asilo deciso dall'attuale presidente dell'Ecuador. Nell'udienza di oggi, conclusasi con una condanna considerata scontata alla vigilia, uno degli avvocati del fondatore di Wikileaks, Mark Summers, ha cercato di giustificare il suo cliente dall'accusa britannica (vecchia di 7 anni) di violazione dei termini della cauzione sottolineandone il timore ragionevole di essere estradato negli Usa e di non essere destinato a ricevere oltre Oceano alcun processo equo. Ha inoltre reso nota una lettera inviata alla Corte nella quale Assange si scusa ora "senza riserve" con la Corte per non essersi presentato all'interrogatorio del 2012, seppur trovandosi a "fronteggiare circostanze terrificanti", e se ne dichiara "pentito". Scuse che gli sono valse comunque solo una modesta riduzione di poche settimane rispetto al massimo di pena previsto nel Regno Unito (12 mesi) per questo tipo di violazioni procedurali.

    RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
     
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    Per la libertà di pensiero e parola, per una comunicazione nè censurata nè mistificata

    Roger Waters suona per Assange davanti al Ministero degli Interni inglese

     
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    Video: Un reportage molto illuminante.

    Un mondo senza Julian Assange

    Disponibile dal 11/07/2019 fino al 17/06/2022

    L'11 aprile 2019, dopo 2487 giorni di asilo diplomatico presso l'Ambasciata dell'Ecuador a Londra, la polizia britannica ha arrestato Julian Assange. Il fondatore di WikiLeaks si trova ora in una prigione di massima sicurezza, mentre gli Stati Uniti ne pretendono l'estradizione per processarlo con l'accusa di alto spionaggio. Ma che mondo sarebbe senza il whistleblowing?

    Paese :
    Francia
    Anno :
    2019
     
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    In visita a Julian Assange, prigioniero politico nel Regno Unito
     
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    Da Daniele Barbieri un articolo sulla complessa operazione di spionaggio effettuata nei confronti di Julian Assange e di tutti coloro che gli sono gravitati intorno.

    www.labottegadelbarbieri.org/assange-operazione-hotel/

    Assange-foto-300x150

     
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    Pubblico il testo dell'articolo, nel caso venga oscurato (i video sono stati omessi)

    https://ecointernazionale.com/2020/03/20/t...julian-assange/

    maxresdefault.2-800x445

    Tra maltrattamenti e negligenza, il futuro incerto di Julian Assange
    20 Marzo 2020 Mattia Marino arresto, estradizione, Julian Assange, processo, Stati Uniti


    quasi un anno dal suo arresto, avvenuto l’11 aprile scorso a Londra, sulla base di una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti, che lo accusano di cospirazione e intrusione informatica, Julian Assange si trova ancora in prigione, sotto processo ed in condizioni di salute molto precarie.

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    Dal 2012 fino all’inizio della sua detenzione, Assange è stato ospite presso l’ambasciata dell’Ecuadora Londra come rifugiato politico. Nel 2010 infatti il Tribunale di Stoccolma aveva rilasciato un mandato di arresto per l’attivista australiano, con l’accusa di stupro, molestie e coercizione illegale.


    Lenin Moreno, Presidente dell’Ecuador dal 2017, permise di fatto l’arresto di Assange revocandogli la protezione diplomatica. La mossa di Moreno è stata aspramente criticata dai difensori dei diritti umani e del diritto alla libertà d’espressione di tutto il mondo. Il Presidente sudamericano, lo scorso anno, pochi giorni dopo l’arresto di Assange, difese la sua decisione dichiarando: «Non possiamo permettere che la nostra casa, che ha aperto le sue porte, diventi un centro di spionaggio». «Era un ospite a cui era stato offerto un trattamento dignitoso, ma non c’è stato un principio di reciprocità nei confronti del Paese che lo ha accolto, né la disponibilità ad accettarne i protocolli. Il ritiro del suo asilo è avvenuto nel rigoroso rispetto del diritto internazionale».

    Secondo le opposizioni interne in Ecuador, la mossa di Moreno è stata una spiacevole sottomissione nei confronti degli Stati Uniti. A questa accusa il Presidente aveva risposto che la decisione era stata presa senza alcuna pressione da parte di Stati terzi.

    Il 24 febbraio scorso è iniziato a Londra il processo che deciderà se estradare o meno il fondatore di Wikileaks negli Stati Uniti. La richiesta di estradizione è stata già firmata dal Governo del Regno Unito, ma bisogna comunque attendere l’iter giudiziario per poterla rendere operativa. Il Governo statunitense aveva già formulato l’accusa ad Assange nel marzo del 2018, imputandolo di aver aiutato un ex soldato americano, Chelsea Manning, a decifrare una password utile all’accesso su computer militari contenenti informazioni di altissima sensibilità.

    È di qualche giorno fa la notizia che la Manning, incarcerata dal maggio scorso, dal giorno 11 marzo si trova ricoverata in ospedale per aver tentato il suicidio. Qualche giorno dopo, l’ex militare avrebbe dovuto partecipare ad un’udienza in merito al suo rifiuto di testimonianza perché sosteneva di aver già dichiarato tutto quello che sapeva alla Corte Marziale che la giudicò nel 2013. Il giudice federale ha stabilito che l’udienza non è più necessaria e che Chelsea Manning può essere immediatamente rilasciata. Dovrà tuttavia pagare un’ammenda di 256 mila dollari per aver sfidato il mandato di comparizione. Dure le reazioni da parte del padre di Assange, appoggiato dall’ex componente dei Pink Floyd Roger Waters e dall’economista greco Varoufakis. «Se Julian verrà estradato, sarà la fine della libertà d’espressione. Ed anche della vostra professione». Così si pronunciava lo scorso febbraio Jhon Shipton, 78 anni, padre dell’attivista incarcerato.

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    Legale di punta del team di avvocati chiamati a difendere Assange è sicuramente Baltasar Garzón, celebre per la sua battaglia a favore dell’estradizione in Cile dell’ex dittatore Augusto Pinochet. I legali oltre a difendere l’attivista, ripeteranno l’accusa al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che nel 2017 aveva offerto la grazia a Julian Assange in cambio di una sua pubblica ammissione di un non coinvolgimento della Russia nel caso legato al furto delle mail del Partito Democratico Americano l’anno precedente.

    Durante il mese di marzo, intanto, 186 medici di diverse nazionalità hanno firmato una petizione per fermare le “torture” e la “negligenza medica” che Assange sta subendo durante la sua detenzione. La dottoressa Lissa Jhonson, una delle principali firmatarie, ha affermato come «la detenzione in una prigione di massima sicurezza, in isolamento e con la negazione di diritti fondamentali siano serviti a torturare psicologicamente Julian Assange; con la volontà da parte degli Stati Uniti di ridefinire il giornalismo come spionaggio».

    Il team di avvocati del giornalista australiano, durante la prima serie di audizioni in merito all’estradizione, ha informato il giudice Vanessa Baraitser dei maltrattamenti che il loro assistito stava subendo dalle autorità carcerarie. Nonostante aver appreso che l’imputato fosse stato ammanettato in una sola giornata ben 11 volte, trasportato in 5 carceri diversi e trascinato a terra 2 volte, oltre ad essergli stati requisiti tutti i suoi documenti legali privilegiati, il giudice Baraitser si è rifiutata di intervenire, e si è anche rifiutata di permettere ad Assange di uscire dal gabbiotto del tribunale e raggiungere i suoi avvocati. Il gruppo Doctors for Assange, nell’edizione di questo mese di marzo della rivista scientifica inglese Lancet, ha pubblicato una lettera nella quale si impegna a chiedere la fine delle torture che Julian Assange sta subendo durante il periodo di reclusione e processo.


    Assange, negli USA, rischia fino a 175 anni di carcere nel caso in cui venga estradato e messo a processo su territorio statunitense. Contro la sua estradizione si sono mobilitati oltre 1200 giornalisti di tutto il mondo (qui sono reperibili il testo e l’appello), oltre ad Amnesty International ed una commissione di esperti ONU in materia di diritti umani, la quale ne ha denunciato la detenzione protratta come una forma di tortura. Il 25 marzo ed il 7 aprile sono previste due audizioni amministrative, mentre le audizioni per l’estradizione dovrebbero riprendere il 18 maggio. La conclusione del processo arriverà presumibilmente per la fine di quest’anno e terminerà con una sentenza appellabile.
     
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    “Assange è il padre dei miei figli: rischia di nuovo la morte” (anche in versione inglese)
    articolo de Il fatto quotidiano

    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicol...-morte/5771611/

    variant-med_1200x630-obj20096141


    Le rivelazioni - La compagna di Julian, Stella Morris, teme che ora il giornalista possa ammalarsi di Covid-19 nel carcere di Balmarsh

    di Stefania Maurizi | 16 APRILE 2020
    Julian Assange non è uno a cui piace apparire fragile. Deve essere stata solo una preoccupazione estrema ad aver spinto la sua compagna, Stella Morris, a uscire fuori dall’anonimato pochi giorni fa e a rivelare che non solo dietro Mr. Wikileaks c’è un uomo di famiglia con due bambini piccoli, ma anche che la sua salute è a pezzi. Ora, a questo quadro già serissimo, si aggiunge il rischio che venga infettato dal coronavirus dentro la prigione di Belmarsh, a Londra, in cui rimane recluso, dopo che due settimane fa il giudice Vanessa Baraitser gli ha negato la possibilità di essere rilasciato.

    Il Fatto Quotidiano ha avuto accesso esclusivo alle dichiarazioni della compagna di Julian Assange davanti alla Woolwich Crown Court di Londra – che deve decidere se accogliere la richiesta di estradizione delle autorità Usa – a comunicazioni interne delle autorità inglesi che abbiamo ottenuto con il Freedom of Information Act e infine ai file dello spionaggio dell’azienda spagnola di security, Uc Global, contro Julian Assange, quando si trovava dentro l’ambasciata dell’Ecuador. I documenti lasciano emergere le condizioni sempre più estreme del fondatore di Wikileaks.

    L’isolamento, il rischio suicidio e il coronavirus. “Il periodo più difficile a Belmarsh è stato quando Julian Assange è rimasto per mesi nell’infermeria in isolamento per gran parte del tempo. Per lui l’isolamento e il rischio di rimanerci è terrificante”, scrive Stella Morris nella sua dichiarazione al giudice. “Ho temuto per ragioni fondate di poterlo perdere per il rischio di un suicidio, nel caso in cui non ci fosse modo di fermare la sua estradizione negli Usa”, Morris continua, “oggi io temo di perderlo per un’altra ragione anche più imminente: il virus. Conosco molto bene le sue condizioni di salute che posso descrivere nel dettaglio. L’ho osservato in molte occasioni quando nell’ambasciata lottava per la sua salute fisica e mentale. Quando si trovava nell’infermeria (del carcere di Belmarsh, ndr), stava in una cella singola per molti mesi, in completo isolamento a eccezione di poche ore. Ho notato come la sua mente non poteva più funzionare in modo coerente, e in quel periodo l’ho descritto come ‘spento… un fiore che appassiva’. Non c’è dubbio che se questa esperienza dovesse ripetersi ancora, sarebbe eccezionalmente preoccupante. È un fatto noto che questa crisi del coronavirus richiederà l’isolamento (dei carcerati)”.

    Il fatto che neppure in queste condizioni eccezionalmente serie il fondatore di WikiLeaks verrà rilasciato dalle autorità inglesi non è una sorpresa per chi ha indagato il suo caso. I documenti che abbiamo ottenuto grazie al Freedom of Information Act dimostrano fin dall’inizio l’indifferenza delle autorità inglesi di fronte al collasso della salute di Assange.

    Assange ha sempre protetto la sua vita privata. Chi scrive ha lavorato come media partner per undici anni a tutti i documenti segreti di Wikileaks e ha incontrato lui e i giornalisti dell’organizzazione decine di volte. Stella Morris è stata una presenza regolare dentro Wikileaks fin dal 2011, diversi media partner potevano intuire una relazione sentimentale tra i due, ma nessuno di noi ha mai saputo che avessero due bambini piccoli. Morris ha lavorato per anni al caso legale del fondatore di Wikileaks e ha un notevole formazione accademica. Una laurea in Legge e Scienze politiche alla prestigiosa London’s School of Oriental and African Studies (Soas) e un Master of Science in Forced Migrations al Refuge Studies Centre (Rsc) di Oxford. Il direttore dell’Rcs di Oxford, Matthew Gibney la descrive così al Fatto Quotidiano: “Era seria, determinata, matura e intelligente. È arrivata a Oxford con un’importante esperienza pratica perché aveva lavorato nell’Ufficio del presidente di Timor Est nei primi anni del 2000”.

    Nonostante i tentativi di Julian Assange di proteggere la sua intimità, i video e le email dello spionaggio dentro l’ambasciata portato avanti dall’azienda di security spagnola Uc Global, dimostrano che ogni aspetto della sua vita è stato osservato e registrato. Anche ogni minuto di quell’Assange sconosciuto: il padre di famiglia.

    English version

    ASSANGE’S PARTNER AND PREVIOUSLY UNDISCLOSED DOCUMENTS REVEAL THE GRIM CONDITIONS OF THE WIKILEAKS FOUNDER

    Fatto Quotidiano has obtained access to the statement by Assange’s partner, Stella Morris, who just revealed she has two children with the founder of WikiLeaks. Her statement, FOIA documents and files on the espionage activities by UC Global reveal the extreme situation of Julian Assange.

    By STEFANIA MAURIZI

    Julian Assange is not a person who likes to appear fragile. Quite the opposite; to protect himself and his organisation, he has always avoided revealing his vulnerabilities and those of his organisation, WikiLeaks. Thus only extreme concern could have made his partner, Stella Morris, finally step out of anonymity last week to reveal not only that behind Mr. WikiLeaks there is a family man with two little children, but also that she fears losing him to coronavirus. In fact, his health is already in shambles, and now that judge Vanessa Baraitser – who presides over his extradition hearing – has denied him permission to leave the Belmarsh high-security prison in London, he is at risk like never before.

    Fatto Quotidiano has had exclusive access to Morris’ court statement, and to some of the UK authorities’ internal communications on Julian Assange obtained through a five-year-long Freedom of Information Act litigation which is still ongoing, as well as to UG Global internal documents on the espionage activities against Julian Assange inside the Ecuadorian embassy in London. Documents revealing the extreme conditions Julian Assange has been living under in recent years.

    Suicide risk, isolation, coronavirus

    “The most difficult time in Belmarsh was in the months when in the Healthcare unit, he was in effective solitary confinement for most of the time. He finds isolation and its prospect terrifying”, Stella Morris writes in her statement to the judge, full of concern for her partner. “I have feared with strong reason for a long time that I will lose Julian to suicide if there is no way in which he can stop his extradition to the USA”, Morris continues in her declaration, “I now fear I may lose him for different reasons and sooner to the virus. I know very well that his health is extremely poor and can detail the different aspects of that poor health”. Morris describes how she had observed her partner on different occasions when he was in the Embassy and “how he struggled with physical crises as well mental”. At Belmarsh, things got worse and worse: “When in the Healthcare unit”, Stella Morris states, “he was taken from a ward into a single cell for many months in a form of isolation save for a very few hours each day I noticed how he, as I described at the time was visibly ‘very diminished…like a withering flower’. I observed how he could no longer function coherently. There is no doubt in my mind that that experience was one which it would be extraordinary worrying if it were to be repeated as I believe it is now. It is a matter of general knowledge that the future of the coronavirus will require enforcement of whatever forms of isolation, however inadequate, can be maintained in an institutional setting”.

    The fact that even in these precarious conditions the British authorities refuse to release Julian Assange from Belmarsh comes as no surprise to those who have investigated his case in the last decade. Documents we have obtained under the Freedom of Information Act show the historic lack of interest by the UK authorities in how confinement inside the Ecuadorian embassy was impacting Assange’s health. In one of the internal emails dated November 2012 and written by the Crown Prosecution Service (CPS) – the UK authority currently in charge of handling the US extradition request – the CPS wrote: “I heard the BBC World service radio report early this morning about his health […] There is no question of him being allowed out of the Ecuadorian embassy, treated and then allowed to go back. He would be arrested as soon as was appropriate […] As for the weight lost, there are many people of my acquaintance [obviously just women] who would always welcome this”.

    A family man

    The revelations that Julian Assange has two children surprised everyone, even long-time media partners of WikiLeaks. The author of this article has worked on the secret WikiLeaks documents for the last 11 years and has met him and the WikiLeaks journalists dozens of times. Assange has never, ever introduced his children or partner to us. Stella Morris has been a constant presence in the WikiLeaks team since 2011, and some of the media partners guessed at a romantic relationship between Assange and Morris and knew he enjoys children, but the WikiLeaks founder has always protected his private life.

    Stella Morris, whose previous name was Sara Gonzalez Devant, has worked for many years as a legal researcher for the Julian Assange case. Her academic background is notable: she graduated in Law and Politics from the University of London’s School of Oriental and African Studies (SOAS) and obtained a Master of Science in Forced Migrations from the University of Oxford’s Refugee Studies Centre (RSC). Professor Matthew Gibney, Director of Oxford’s Refugee Studies Centre, told Il Fatto Quotidiano: “She was a serious, determined, driven, mature and intelligent student. She came to Oxford with some important practical experience because she had worked in the Office of the President of East Timor in the early 2000s. She was awarded the prize for best thesis in her year at Oxford for a thesis on East Timor and displacement. This was a considerable achievement amidst an impressive bunch of students

    UC Global spies: Operation Diaper

    While Julian Assange and Stella Morris were shielding their private lives from the eyes of dozens of media people dealing with WikiLeaks for years, they were exposed to unprecedented spying activities by UC Global, a company based in Jerez de la Frontera, Cádiz, in southern Spain, which had been engaged by the Ecuadorian authorities to protect their embassy in London and Julian Assange.

    Fatto Quotidiano has had access to multiple audios, videos, emails and pictures. UC Global targeted everyone: not even Gabriel, Morris and Assange’s firstborn son, was spared by the UC Global spies. A lengthy video shows how even the baby’s wails were recorded by the microphones placed inside the embassy. Emails provide evidence that while UC Global was very interested in the lawyer Renata Avila, in Sarah Harrison, the WikiLeaks’ journalist who flew to Hong Kong to save Snowden, in the Croatian philosopher Srecko Horvat, in the film-makers and journalist Juan and José Passarelli, and in Assange’s lawyers, Baltazar Garzon and Jennifer Robinson, they devoted “special attention” to Stella Morris. “We believe that is a false name”, UC Global’s boss, Davide Morales writes in his emails to the UC Global employees, saying that there were rumors “she had a baby by the host. She is supposedly Uruguayan, but once we came to identify a person related to her (mother) in Catalonia. If necessary I want a person fully dedicated to this activity, so if you have to hire someone to do it, tell me. All this has to be considered top secret so that the diffusion is limited”.

    The baby UC Global was referring to is Gabriel, the firstborn son of Morris and Assange. To try to protect him and avoid revealing his identity, Gabriel was brought to the embassy to visit his father by a common friend. But UC Global was skeptical that the friend was the actual father, as “he is homosexual”.

    The UC Global spying activities against WikiLeaks are now at the center of a criminal investigation by judge José de la Mata of Spain’s High Court (Audiencia Nacional). According to a protected witness, UC Global even planned to steal the baby’s diaper. By gathering his feces and performing a DNA test, they hoped to establish whether the newborn was a secret son fathered by Julian Assange. It was only thanks to the fact that a UC Global employee alerted the mother that the plan collapsed. However, the CIA might already know a lot about the little child: according to a protected witness, the videos, the audio recordings, the pictures and emails gathered at the Ecuadorian embassy by UC Global were shared with US intelligence.

    Spanish lawyer Aitor Martinez, a member of Julian Assange’s legal team who was also filmed by UC Global, thinks that these activities targeting the WikiLeaks founder, his partner, children and the collaborators and lawyers, doctors, and journalists who visited him were so extreme that extradition to the US must be denied.
     
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    Speciale PTV – A un anno dall’incarcerazione di Assange il mainstream italiano celebra… Iacoboni


     
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    Nuovi documenti rivelano i legami tra la società che ha spiato Assange e la CIA



    Grayzone ha rivelato legami profondi tra un miliardario degli Stati Uniti, la CIA e la società di sicurezza spagnola che ha spiato il fondatore di WikiLeaks, i suoi amici, la famiglia e gli avvocati mentre era sotto la protezione dell'ambasciata ecuadoriana.

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    Riporto in spoiler l'intero testo.

    Max Blumenthal è giornalista investigativo pluripremiato, autore e fondatore di The Grayzone, un protale di notizie indipendente. Ha ottenuto i documenti dell'Alta Corte in merito alle indagini penali spagnole in corso su David Morales, ex membro delle forze speciali ecuadoriane e CEO della società di sicurezza spagnola UC Global, che come è stato rivelato ha spiato Julian Assange, nonostante fosse stato inizialmente assunto per fornire protezione per l'ambasciata ecuadoriana.


    I documenti ottenuti da Blumenthal e The Grayzone hanno rivelato dettagli precedentemente sconosciuti riguardo alla connessione tra David Morales , UC Global e Sheldon Adelson, il miliardario che ha contribuito alla campagna del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

    Sputnik: Cosa c'è di nuovo e di significativo in ciò che hai scoperto e rivelato in relazione a UC Global e al suo targeting per Julian Assange?

    Max Blumenthal: Quello che ho di nuovo in questa indagine per The Grayzone sono i dettagli del rapporto tra Las Vegas Sands, la società di proprietà del magnate mega-donatore repubblicano ultra-sionista Sheldon Adelson, l'amministrazione Trump, la CIA e UC Global.

    E mostro il ruolo centrale di figure che sono direttori del team di sicurezza esecutivo di Sheldon Adelson a Las Vegas Sands nel ruolo di intermediari, apparentemente tra l'intelligence americana e UC Global, incluso qualcuno che ha lavorato in precedenza come vicedirettore del servizio segreto che è stato elogiato da la CIA per il suo lavoro, Brian Nagel. Inoltre, Zohar Lahav, che è il vicepresidente del gruppo di protezione esecutivo di Sheldon Adelson nella gestione di David Morales su base giornaliera.

    [È] abbastanza ovvio. Sheldon Adelson non è molto interessato a Julian Assange. È interessato a Israele e alla sua propria fortuna.

    Quindi, perché stava succedendo questo? Perché è iniziato non appena Trump è entrato in carica a gennaio 2017? Sembra che Las Vegas Sands stia facendo un favore all'amministrazione Trump e in particolare al direttore della CIA Mike Pompeo, che è uno stretto alleato di Sheldon Adelson.
    Mi concentro su questa relazione. E fornisco anche nuovi dettagli con la testimonianza del testimone - protetta - che è emersa in questa corte spagnola, sul rapporto con ciò che questi testimoni descrivono come intelligence americana, o che David Morales di UC Global chiamava "amici americani", e questa operazione, che consisteva non solo nello spionaggio illegale di Assange e dei suoi avvocati e giornalisti statunitensi, e persino di un membro del Congresso americano, ma anche di un'apparente rapina e altri crimini, che meritano di essere indagati ulteriormente dal tribunale.

    Sputnik: Come hai fatto queste ultime scoperte in relazione a UC Global?


    Max Blumenthal: ho fatto queste scoperte attraverso i documenti che sono stati pubblicati nell'Alta Corte spagnola. Molti di questi documenti sono backup aziendali effettuati da ex dipendenti di UC Global che sono rimasti scontenti e sconvolti da questa operazione apparentemente criminale.


    Un ex socio in affari di David Morales ha anche fornito testimonianze e documentazione. E questo caso si è verificato perché, come ho appena accennato, questi ex lavoratori ed ex comproprietario sono rimasti disgustati da ciò che David Morales stava facendo.

    Sono andati al team legale di Assange, che aveva sede in Spagna, hanno raccontato loro cosa stava succedendo e sono andati da un giudice spagnolo che ha poi ordinato un'indagine segreta, che ha portato all'arresto di David Morales, credo nell'ottobre 2019.
    Morales dovette quindi consegnare i suoi telefoni cellulari. Ora abbiamo messaggi WhatsApp, e-mail. C'è così tanto lì che conferma la testimonianza degli ex impiegati di Morales. E, in definitiva, penso che questo caso dovrebbe invalidare l'accusa di Assange e il tentativo da parte degli Stati Uniti di estradarlo dal Regno Unito.

    Sputnik: Perché le persone comuni dovrebbero preoccuparsi di queste ultime rivelazioni; in che modo sono influenzati da loro?

    Max Blumenthal: La gente comune potrebbe non essere così interessata a questo, e dovrebbero esserlo, perché la gente comune vuole sapere cosa fanno i loro governi a loro nome, con i loro soldi. E WikiLeaks e il modello che Julian Assange ha creato, insieme alla volontà personale di Assange di sfidare il potere, ci ha fornito così tante conoscenze sulla criminalità globale, in particolare da parte del governo degli Stati Uniti, violazioni del diritto internazionale e sovversione di altri governi, i loro affari e la corruzione della politica americana da parte di almeno uno dei maggiori partiti.
    Quindi, c'è un chiaro interesse pubblico nella protezione di Wikileaks , ma oltre a ciò, dovrebbe esserci un interesse da parte di ogni giornalista, per proteggere il Primo Emendamento negli Stati Uniti [Costituzione] e per proteggere lo spirito globale della libertà di parola.
    Mike Pompeo, nel suo primo intervento come direttore della CIA nell'aprile 2017, ha delineato una campagna di contromisure contro WikiLeaks, ha definito Julian Assange una frode e un obiettivo principale e ha definito WikiLeaks un '"agenzia di intelligence straniera ostile". C'è una linea nel suo discorso, che penso che molte persone abbiano trascurato, ed è quando Pompeo ha detto che 'Wikileaks non può più usare la libertà di parola come difesa'. Perché un direttore della CIA decide chi può usare la libertà di parola come difesa e chi no? Assange non è nemmeno un cittadino americano. Ma si tratta di rimuovere le protezioni vocali gratuite per tutti gli informatori. Quindi, chiunque chiami corruzione.
    E poi oltre, ciò che delinea il mio pezzo è il targeting di tutti gli individui collegati ad Assange, compresa la madre dei suoi due figli, a cui venivano rubati i pannolini della sua bambina dai bidoni della spazzatura. Gli amici di Julian Assange, da Pam Anderson a Randy Credico, stavano aprendo i loro telefoni. A Pam Anderson è stata rubata la password e-mail. Abbiamo visto spiare funzionari ecuadoriani semplicemente perché erano lì. Ci sono prove - secondo una fonte - che un funzionario ecuadoriano è stato derubato sotto la minaccia delle armi perché avevano in loro possesso i dettagli di un piano per garantire l'immunità diplomatica a Julian Assange attraverso un altro paese.
    Ola Bini, amica di Juliana Assange, sviluppatrice di software svedese e attivista informatico, è stata arrestata lo stesso giorno ed è stata in prigione da allora. Gran parte del suo tempo è stato trascorso lì senza spese, tutto perché era amico di Assange. Lo stava visitando e hanno lavorato insieme per denunciare la corruzione in Ecuador. Bini fu delineato come bersaglio di Morales che stava spiando anche Assange.
    Quindi il punto è che non è solo per gli informatori che si stanno togliendo la protezione della parola da questo caso, che il giornalismo stesso viene preso di mira. Assange è semplicemente un editore e sarebbe la prima persona condannata per la pubblicazione di documenti classificati negli Stati Uniti, ma chiunque sia collegato a informatori ora può essere preso di mira al fine di ottenere l'informatore. E questo dovrebbe essere terrificante. Le loro famiglie, chiunque. Stanno chiaramente cercando di fare un esempio di Julian Assange. Quindi questo pezzo che ho scritto, questa indagine, non solo mostra ciò contro cui Julian Assange si è scontrato, mostra anche ciò che siamo tutti contro, tutti noi che stiamo cercando di dire la verità e arrivare al fondo del reale funzionamento dello stato di sicurezza nazionale.
    Sputnik: Dovremmo aspettarci più rivelazioni da The Grayzone rispetto a UC Global e alle sue operazioni?

    Max Blumenthal: sto lavorando a più storie relative a questo caso giudiziario e relative alla campagna condotta in nome della sicurezza nazionale che apparentemente ha violato il diritto internazionale, molte leggi interne e principi che qualsiasi democrazia dovrebbe considerare sacra.

    Ma questo è tutto ciò che posso dire per ora.

    Notizia del: 19/05/2020
     
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    Immagini esclusive TheGrayZone in un tribunale britannico. Così hanno ridotto Julian Assange



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    Fotografie scattate di nascosto all’interno di un’aula giudiziaria britannica e fornite a The Grayzone mostrano un Julian Assange confinato in una gabbia di vetro e impossibilitato a comunicare con i suoi avvocati.

    Riporto in spoiler l'intero testo


    di Max Blumenthal* – 29 maggio 2020

    Thegrayzone (traduzione di G. Volpe per ZNETITALY)


    Fotografie scattate di nascosto all’interno di un’aula giudiziaria britannica e fornite a The Grayzone mostrano un Julian Assange confinato in una gabbia di vetro e impossibilitato a comunicare con i suoi avvocati.


    Fotografie scattate all’interno del Tribunale Reale di Woolwich, a Londra, e fornite in esclusiva a The Grayzone evidenziano le misure antidemocratiche imposte dallo stato di polizia britannico all’incarcerato editore di WikiLeaks Julian Assange.


    Riprese durante le udienze per l’estradizione di Assange, che hanno avuto luogo tra il 24 e il 28 febbraio, le immagini evidenziano il confinamento cui è stato assoggettato Assange nonché il deterioramento fisico che ha subito da quando è stato arrestato nell’aprile del 2019 e imprigionato in un carcere di massima sicurezza.


    Il 26 febbraio la giudice Vanessa Baraitser ha promesso di ritenere colpevole di oltraggio alla core chiunque scatti fotografie. Tuttavia un osservatore aveva scattato diverse foto prima dell’ammonimento della giudice.


    Anonymous Scandinavia, un gruppo di sostenitori di Assange con sede in Svezia, ha fornito le foto a The Grayzone al fine di denunciare quella che considerano la repressione statale di un giornalista d’inchiesta.


    Le immagini mostrano Assange confinato in una gabbia di vetro, fisicamente separato dalla sua squadra legale e non in grado di seguire il proprio processo.


    Per tutte le udienze Assange ha contestato il suo isolamento, lamentando alla giudice Baraitser: “Sono tanto partecipe di queste procedure quanto sono a Wimbledon. Non posso comunicare con i miei avvocati o chiedere loro chiarimenti”. Ha detto alla sua squadra legale di non essere in grado di sentire dall’interno della gabbia di vetro.


    Di seguito si può vedere un apparentemente demoralizzato Assange guardare attraverso i pannelli di vetro antiproiettile due dei suoi avvocati, Stella Morris e Baltazar Garzon.



    In un’accorata testimonianza in video diffusa questo aprile la Morris ha rivelato di essere la madre dei due figli piccoli di Assange.


    Per tutto il 2017 la Morris è stata spiata da una società spagnola di sicurezza apparentemente assunta dalla CIA attraverso la Las Vegas Sands del mega donatore Repubblicano Sheldon Adelson. A un certo punto il direttore della società ha ordinato a un dipendente di rubare un pannolino di uno dei figli della Morris in un tentativo di confrontare il suo DNA con quello di Assange.


    “Sapevo che i poteri che sono contro Julian sono feroci e che non c’erano limiti a essi”, ha commentato la Morris dopo aver appreso della campagna di sorveglianza. “Ed è per questo che sento di dovere [rivelarmi come madre dei figli di Assange]. Perché ho compiuto così tanti passi per così tanti anni e sento che la vita di Julian potrebbe star arrivando al termine”.



    “La prolungata esposizione a tortura psicologica” prosegue in tribunale


    Dalla sua fondazione nel 2010 WikiLeaks ha pubblicato miniere di documenti che denunciano i crimini di guerra, le interferenze e la corruzione degli Stati Uniti in tutto il globo. Dopo la diffusione di migliaia di dispacci classificati del Dipartimento di Stato forniti dalla talpa militare Chelsea Manning, il vicepresidente Joseph Biden ha denunciato Assange come un “terrorista dell’alta tecnologia”.


    Nell’aprile del 2017 l’allora direttore della CIA Mike Pompeo ha etichettato WikiLeaks un’”agenzia spionistica ostile straniera”, denigrando Assange come un “ciarlatano” in un discorso che ha telegrafato la malvagia campagna di Washington contro l’editore.


    In quel dicembre procuratori federali statunitensi hanno depositato un rinvio a giudizio accusando Assange di 17 capi di violazione della Legge sullo Spionaggio. Oggi egli rischia 175 anni in un carcere statunitense.


    Nils Melzer, lo speciale relatore delle Nazioni Unite sulla tortura, ha avvertito che, se estradato, “Assange sarebbe esposto al reale rischio di gravi violazioni dei suoi diritti umani, compresa la sua libertà di espressione, il suo diritto a un giusto processo e del divieto della tortura e di altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti”.


    Melzer è stato scosso dai tratti che ha osservato dopo aver incontrato Assange nel maggio del 2019. In un rapporto pubblicato dall’Ufficio dell’Alto Commissario dell’ONU per i Diritti Umani, l’esperto ha segnalato, “in aggiunta a disturbi fisici, il signor Assange ha mostrato tutti i sintomi tipici della prolungata esposizione a torture psicologiche, compresi stress estremo, ansia cronica e intenso trauma psicologico”.


    La foto di seguito mostra un Assange visibilmente disorientato con un tetro pallore e uno sguardo privo di espressione.





    Gabbie giudiziarie nella storia


    Anche se Assange non è mai stato condannato per un reato e non ha precedenti di comportamenti violenti, la sua gabbia è stata più restrittiva di quella riservata a Adolf Eichmann quando il burocrate nazista di vertice fu sottoposto a processo a Gerusalemme nel 1961. Diversamente da Assange, Eichmann fu in grado di comunicare liberamente con il suo legale e di ascoltare una traduzione dal vivo del suo processo.





    Nel corso del suo processo a Mosca per corruzione nel 2005 l’oligarca russo Mikhail Khodokovskj fu analogamente tenuto in una gabbia. Dopo una contestazione formale del confinamento da parte del suo socio in affari e coimputato, Platon Lebedev, che aveva affermato che la gabbia costituiva una violazione del diritto alla presunzione d’innocenza, la Corte Europea dei Diritti Umani sentenziò che i due erano assoggettati a “condizioni disumane e degradanti nel tribunale”.






    Quando il primo leader democraticamente eletto dell’Egitto, Mohamed Morsi, crollò e morì in una gabbia insonorizzata in un tribunale, sei anni dopo essere stato deposto nel 2013 da un colpo di stato militare, i media occidentali e organizzazioni per i diritti umani , tra cui Human Rights Watch e Amnesty International, esplosero in un coro di condanna.





    Questi stessi gruppi per i diritti hanno detto poco riguardo alle restrizioni draconiane imposte dallo stato di polizia britannico ad Assange nel corso delle sue intere udienze per l’estradizione. Ma la loro reticenza può essere scusata in base al fatto che immagini chiare del suo isolamento non autorizzato in tribunale non sono state pubblicamente disponibili fino a oggi.



    Rimandata l’udienza di Assange e prorogato l’isolamento


    Il carcere ‘super-massimo’ di Belmarsh dove Assange è detenuto è considerato come la versione britannica della struttura statunitense di Guantanamo. A parte Assange, il carcere ospita scagnozzi della mafia, membri di al-Qaeda e sicari neofascisti come Tommy Robinson. Circa il 20 per cento dei detenuti di Belmarsh è costituito da assassini e due terzi hanno commesso un crimine violento.


    117 professionisti autorizzati della medicina di tutto il mondo hanno scritto ai governi britannico e australiano per condannare “la tortura di Assange”, “la negazione del suo diritto fondamentale a un’assistenza sanitaria appropriata”, “il clima di paura che circonda le cure sanitarie che gli sono praticate” e “le violazioni del suo diritto alla confidenzialità medico-paziente”.


    Dopo la lettera aperta dei medici, Belmarsh è diventato un sito di contagio del COVID-19. Come ha scritto il giornalista Matt Kennard, un rapporto del 2007 dell’Ispettore Capo delle Carceri del Regno Unito ha rilevato che “il controllo dell’infezione è stato inadeguato” nella struttura di detenzione.


    Anziché concedere ad Assange un permesso medico temporaneo, tuttavia, la giudice Baraitser ha rinviato di quattro mesi il suo processo per estradizione, facendolo di nuovo scomparire dall’occhio del pubblico.


    “In vent’anni di lavoro con vittime di guerra, violenze e persecuzioni politiche”, ha detto Melzer dell’ONU a proposito del trattamento del fondatore di WikiLeaks, “non ho mai visto un gruppo di stati democratici darsi manforte per isolare, demonizzare e maltrattare deliberatamente un singolo individuo per così tanto tempo e con così poco riguardo per la dignità umano e il primato della legge”.


    Quando Assange tornerà in tribunale il prossimo settembre, la gabbia di vetro sarà lì ad attenderlo.


    *Max Blumenthal è un giornalista premiato e autore di diversi libri, tra cui i bestseller Republican Gomorrah, Goliath, The Fifty One Day War, e The Management fo Savagery. Ha prodotto articoli a stampa per una serie di pubblicazioni, molti servizi video e numerosi documentari, tra cui Killing Gaza. Blumenthal ha fondato The Grayzone nel 2015 per gettare una luce giornalistica sulla condizione di perpetua guerra degli Stati Uniti e sulle sue pericolose ripercussioni nazionali.



    Notizia del: 04/06/2020
     
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    Assange non fa più notizia e gli Usa ne approfittano



    Estradizione. Washington ha aggiunto un altro capo di imputazione contro il fondatore di WikiLeaks ancora in carcere a Londra. I medici: “Segni di tortura”

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    testo in spoiler

    di Stefania Maurizi | 28 GIUGNO 2020
    È un caso giudiziario che deciderà fin dove può spingersi il giornalismo nel mondo occidentale. Può un giornalista rivelare segreti di Stato, quando questi coprono gravissime violazioni dei diritti umani, crimini di guerra e torture contro intere popolazioni? Il caso Julian Assange e WikiLeaks è questo. E il tentativo dell’Amministrazione Trump di imprigionarlo per 175 anni, per aver pubblicato documenti veri e nel pubblico interesse, non ha precedenti nella Storia degli Stati Uniti. Questa settimana, il Dipartimento della Giustizia Usa ha emesso un nuovo atto di incriminazione: la notizia ha ricevuto scarsissima attenzione.

    Da oltre un anno il fondatore di WikiLeaks è detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, in attesa che il processo di estradizione, in corso, decida la sua sorte. Una sola cosa è certa: dal 2010, quando WikiLeaks ha rivelato i documenti segreti del governo Usa, Assange non ha più conosciuto la libertà. Vani sono stati i tentativi di intervento delle Nazioni unite, come conferma al Fatto l’inviato speciale Onu contro la tortura, Nils Melzer: “Il 9 maggio del 2019, ho condotto una visita di quattro ore a Assange, nella prigione di Belmarsh, accompagnato da due medici esperti nell’esame di vittime della tortura. Assange mostrava tutti i sintomi tipici di chi è soggetto a torture psicologiche prolungate. Nonostante i miei ripetuti interventi attraverso canali diplomatici ufficiali – e in violazione a suoi obblighi internazionali – il governo inglese ha sistematicamente rifiutato di indagare sulle mie accuse o di stabilire un dialogo costruttivo, come richiede il Consiglio per i Diritti umani dell’Onu”. Il nuovo atto di incriminazione non aggiunge capi di imputazione, ma cerca di implicare Assange in attività di hackeraggio nel lontano 2011. E anche se non vengono nominati, nel documento si fa riferimento a due persone che, a titolo diverso, hanno collaborato con WikiLeaks: Sarah Harrison, la giornalista inglese che nel 2013 volò ad Hong Kong per aiutare Edward Snowden, e l’americano Jake Appelbaum, giornalista ed esperto di privacy. Al momento non è chiaro se le autorità Usa si preparino a incriminare anche loro. “La nuova incriminazione sembra un tentativo gratuito di dipingere Assange come ‘un hacker’, o come qualcuno associato agli ‘hacker’, invece che un giornalista”, spiega al Fatto l’avvocato americano Barry Pollack che fa parte del team legale di Assange. “Gli sforzi di dipingerlo come qualcosa di diverso da un giornalista non possono offuscare il fatto che è incriminato per le sue pubblicazioni e queste accuse sono una minaccia ai giornalisti di tutto il mondo e al diritto dell’opinione pubblica di sapere”. Kristinn Hrafnsson, attuale direttore di WikiLeaks, fa dichiarazioni altrettanto nette al Fatto: “È un ovvio tentativo di distrarre dalle vere accuse: punirlo per aver ricevuto e pubblicato documenti che rivelano i crimini e gli abusi degli Stati Uniti”.
    La nuova incriminazione arriva in un momento in cui la salute di Assange è più in bilico che mai, anche per il rischio Covid. Questa settimana oltre duecento medici, riuniti nell’organizzazione Doctors for Assange, hanno denunciato la grave situazione in una nuova lettera alla più prestigiosa pubblicazione medica del mondo: The Lancet. “Siamo professionalmente ed eticamente tenuti a prevenire, fermare e denunciare atti di tortura dovunque essi accadano, non importa il rischio che corriamo”, dichiara al nostro giornale Doctors for Assange, “per questo teniamo fede a questo obbligo e denunciamo le condizioni in cui si trova Assange”.
     
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    Julian Assange porta sulle sue spalle un capitolo decisivo per la libertà


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    Articoli, Informazione 2 Luglio 2020 di: VINCENZO VITA

    Oggi, di fronte all’ambasciata degli Stati Uniti a Roma alle 19, è convocato un sit in per ricordare con rabbia la vicenda di Julian Assange. In occasione del suo compleanno. Che non cali il sipario su di una storia inquietante e purtroppo emblematica. L’attivista australiano è rinchiuso in un carcere speciale inglese con 17 capi di imputazione, tra i quali spicca l’accusa di spionaggio. Tutto questo è alla base di una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti, con il rischio che la pena comminata oltreoceano superi i cento anni di carcere. In applicazione di leggi che risalgono persino al 1917.

    Ma qual è la vera colpa di Assange? Semplice: aver rivelato attraverso la piattaforma WikiLeaks notizie tenute accuratamente nel segreto. Stiamo parlando delle guerre in Iraq o in Afghanistan, dei trattamenti imposti ai prigionieri di Guantanamo, allo spionaggio nei riguardi di tutte e tutti – ivi compresi gli alleati- organizzato da CIA e NSA. E non solo. Migliaia e migliaia di pagine e di dossier, che la strategia del segreto voleva occultare. Spionaggio, dunque? No, sacrosanto esercizio del diritto di cronaca. La libertà di informazione significa anche questo, ovvero l’opportunità per la società di sapere, onde poter capire e decidere sui propri governanti. Sulla vicenda di Assange si sono espresse molteplici associazioni, tra le quali la Federazione nazionale della stampa italiana e quella internazionale. Ora è indispensabile che il Parlamento italiano prenda una posizione, volta a chiedere conto alle Nazioni unite, all’Unione europea e alla Corte dei diritti dell’uomo. Affinché si decida subito di intervenire su un capitolo così delicato. Che ora tocca Assange, domani chissà chi. Un vulnus per la democrazia e una botta per gli organismi di garanzia. L’informazione è a rischio: tra minacce, querele temerarie e ingiustizie. Non dimentichiamo, tra l’altro, che le condizioni di salute di una persona abbandonata a se stesso in attesa di un equo giudizio potrebbero chiudere tragicamente il discorso.
     
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    Julian Assange, secondo compleanno nella prigione di Belmarsh


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    I sostenitori di Julian Assange da tutto il mondo, ieri, hanno pubblicato messaggi di auguri per l' editore di WikiLeaks , per il suo compleanno, mentre rimane incarcerato nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

    Testo in spoiler

    I sostenitori di Julian Assange da tutto il mondo, ieri, hanno pubblicato messaggi di auguri per l' editore di WikiLeaks , per il suo compleanno, mentre rimane incarcerato nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh.

    “Chiediamo alle persone di protestare pubblicando selfie con un messaggio di auguri nonostante Julian Assange stia trascorrendo un secondo compleanno dietro le sbarre. Non è colpevole di nessun crimine” , ha spiegato John Rees, della campagna ufficiale Don't Extradite Assange di WikiLeaks .










    Rees, egli stesso giornalista di lunga data, ha definito i procedimenti di estradizione contro Assange "un assalto alla libertà di stampa".

    Una veglia di compleanno solidale è stata organizzata ieri fuori dal carcere di Belmarsh.






    La madre di Assange: Grazie a tutti i suoi sostenitori

    "Vorrei ringraziare tutti i sostenitori di tutto il mondo che lavorano duramente per salvare Julian, celebrando il suo importante giornalismo coraggioso e oggi protestando contro la sua brutale persecuzione politica", ha dichiarato Christine Assange, madre australiana premiata con la giornalista premiata in una dichiarazione a Sputnik .






    Christine Assange, che non rilascia più interviste, ha anche ringraziato piccoli media indipendenti e giornalisti "che hanno continuamente indagato ed esposto i fatti dei 10 anni di abuso del processo legale" contro suo figlio. La madre di Assange ha anche ringraziato in modo speciale il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura Nils Melzer, insieme al suo team medico. Melzer, e altri due esperti nell'esame delle vittime di tortura, hanno concluso l'anno scorso che l'editore WikiLeaks ha mostrato chiari sintomi di "tortura psicologica".

    Ex deputato laburista: il silenzio dei parlamentari li rende "complici"

    Chris Williamson, ex membro del governo ombra dei Labour, ha sottolineato che la carcerazione continua di Assange, porta solo "vergogna" nel Regno Unito.

    "[Assange] ha svolto un servizio pubblico internazionale di vitale importanza nell'esporre gli abusi del potere corporativo e statale, compresi i crimini di guerra", ha detto. L'ex parlamentare di Derby North, che da allora ha fondato un canale politico Resistance TV , ha anche lamentato il il fatto che la risposta della maggior parte dei parlamentari britannici sia stata "praticamente inesistente". "Il loro silenzio li rende complici, ciò che può essere meglio descritto come, la tortura di Julian Assange e la loro incapacità di parlare porta la nostra democrazia in discredito", ha aggiunto Williamson.

    Doctors For Assange, che ha anche ricevuto un ringraziamento speciale dalla madre dell'editore incarcerata, ha recentemente pubblicato una lettera di condanna per il suo "abbandono medico" e "tortura".

    Esperto legale: Assange ha "sfidato le probabilità"

    I messaggi di speranza e sostegno sono stati inviati anche dal mondo della professione legale. Polona Florijancic, del gruppo Lawyers for Assange, descrisse tempo fa l'accusa e la detenzione di Assange come una forma di "legge sempre più grottesca" caratterizzata da un "disinteresse sistematico e continuo per i suoi diritti umani fondamentali".

    Ha ricordato che Assange ha mostrato un'immensa "forza di carattere" "sfidando le probabilità e celebrando il suo 49 ° compleanno".

    "Non dobbiamo tuttavia perdere di vista il pericolo reale rappresentato dalla sua vita nella situazione attuale e dobbiamo continuare a chiedere il suo rilascio immediato", ha aggiunto Florijancic.






    L'editore di WikiLeaks rischia fino a 175 anni di prigione negli Stati Uniti, dove è stato deciso di processarlo per il suo ruolo nella pubblicazione di documenti riservati che hanno rivelato, tra le altre cose, crimini di guerra in Iraq , Afghanistan nella Baia di Guantanamo . Sebbene da allora gli Stati Uniti abbiano dichiarato di aver modificato l'accusa contro Assange per includere presunti reati di collaborazione con gli hacker, né la difesa né il tribunale hanno formalmente ricevuto questo ultimo atto di accusa. La seconda parte delle audizioni sostanziali di estradizione di Assange inizierà il 7 settembre.

    Notizia del: 04/07/2020
    Notizia del: 04/07/2020
     
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    "Ecate, figlia mia..."

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    No, ma, cioè... E' nato il 4 Luglio?

    Il destino a volte è di uno spasso...
     
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